Se ti svegli vuol dire che non sei morto nel sonno,
generalmente era questa la mia paura tempo fa, l’addormentarmi e fare una
spiacevole sorpresa ai miei familiari e in qualche modo a me stesso. Ma
stamattina, siccome sono sopravvissuto, la sorpresa me l’ha fatta l’ufficio di
collocamento inviandomi una mail, il titolo di questa era “professione
animatore” e recitava di un incontro tra esperti nel mestiere e questo gioioso
raduno è esattamente domani. Si, io ho fatto un corso da animatore, sono stato
costretto dalla scuola durante la gita, ma non avendo fatto i balletti con
sotto la canzone “un cocomero tondo tondo” e “stendi i panni”, sono sicuro che
verrei tagliato fuori dal gruppo, rigettato nella disoccupazione dando più
speranza all’esercito di zirconi ai lobi e basette a punta che si riunirà
domani spartendosi, come su risiko, i villaggi da attaccare. Farò così, non ci
andrò, non per vigliaccheria, ma perché io sono l’ultima persona che può fare l’animatore,
ho troppi piercing, ho una voce da demone e guardo male la gente, e poi ho sempre odiato lo staff dell’albergo.
Si, mi hanno sempre trattato male, quando entravo in hotel se ne stavano seduti
vicino allo stand della scuola sci guardandomi in maniera ambigua e all’ora di cena si avvicinavano al tavolo e
insistevano per deportarmi in discoteca ( quella degli alberghi, con le
poltrone anni 70 e il bar costantemente chiuso con la macchina del caffè
coperta da un lenzuolo), ma io rifiutavo sempre e mi annoiavo guardando i miei
coetanei agitare le braccia e ridere in sincrono, ai comandanti del ballo non
andavo a genio, mi tiravano per le braccia cercando di trascinarmi nella pista
e quando capivano che la mia non era timidezza ma era schifo, si vendicavano
nei modi peggiori. Ad esempio una volta entrarono nella camera dell’albergo
vestiti da befane per portarmi dei dolci, ma mascherarsi da vecchie e andare da
un bambino di tre anni è come vestirsi da nazisti ed entrare in un ospizio….piansi,
anche tanto. Un’altra volta invece mi invitarono a giocare a Fifa 2005 e quando
videro che stavo perdendo 15-0 mi cacciarono via dicendomi che ero un buono a
nulla. Ma perché l’ho messo nel curriculum? Perché sono della convinzione che
tutto fa brodo? Insomma, io non mi ci vedo nei villaggi turistici in Calabria,
con la maglietta rossa dello staff con le maniche ritirate sulle spalle a
provarci con le sedicenni che ti vengono a chiedere l’età, oppure in montagna,
davanti a una colazione da analisi del sangue (brioches alla marmellata e succo
di frutta) mentre i bambini, a gruppi da 3, mi vengono a domandare quale
attività si farà quella sera, anche se sanno benissimo che ci sarà la solita
baby dance e che la sorpresa peggiore è
riservata al padre, che a cavalcioni su un manico di scopa dovrà far finta di
inculare sconosciuti colleghi turisti venuti da altre terre lontane. Odio i
villaggi e gli alberghi come odio sciare, ho sciato per tanto tempo e mi sono
sorbito per 10 anni la calzamaglia che mi prudeva, gli sci che si staccavano in
seggiovia, il casco che mi inzuppava i capelli di sudore, l’abbronzatura a
forma di mascherina, i maestri di sci già rugosi a 30 anni e ubriaconi a 50 e
lo skilift che non riuscivo a togliere dalle gambe e che costantemente mi
strabaltava sulla cunetta di neve davanti a me o, nei migliori dei casi, si
toglieva prematuramente e mi buttava dietro verso uno sfortunato sciatore, che
per colpa del mio peso, era costretto a fare la mia stessa fine creando una
reazione a catena. Non sono mai andato in settimana bianca con la scuola, mi
piaceva stare da solo in classe chiedendomi chi dei miei compagni sarebbe
tornato a scuola con una gamba fratturata e cercando di formulare una frase
gentile per esprimere il mio disinteresse verso le storie che mi avrebbero
raccontato, come quella che non sono riusciti ad affittare uno snowboard all’insaputa
dei professori e che la sera si divertivano a guardare dei simpatici microfoni
che facevano su e giù tra i seni di simpatiche donne su TeleA e Rete Capri. Che
schifo fare colazione con i professori e poveri questi ultimi, costretti a fare
da genitori per una settimana a una melmaglia di tredicenni nel periodo della
pubertà, con baffetti scarni e con un rifiuto per il sapone e per il
deodorante, anche io non emanavo un buon odore, ma almeno lo lasciavo tra le
quattro mura della classe e non lo esportavo in Trentino-Alto Adige. Con tutta
questa triste vita non potrei di certo fare l’animatore, porterei i bambini
sulla cattiva strada istigandoli al disgusto e, avendo fatto una scuola
professionale frequentata da delinquenti, potrei insegnare loro a fare un
fumogeno o una bomba carta. No, non potrei mettere sul curriculum la mia
adolescenza e la mia maestria nel fabbricare ordigni, anche se la mia
aspirazione, 2 anni fa, era quella di entrare in una cellula terroristica e
avevo anche degli agganci per farlo (ora la polizia lo sa), ma fondamentalmente
il mio scopo è quello di restare un disoccupato e per riuscire in questo mio
intento ho dovuto scrivere questo post. Buone vacanze da Al Qaeda
commento da animatore che tigiurocapiscetutto:
RispondiElimina'dovresti tenere un blog con quello che scrivi!!!'
;-)