martedì 15 aprile 2014

I SACCHETTI BIODEGRADABILI PUZZANO E SI BUCANO

Ancona, lì, 15 Aprile 2014, ore 9 del mattino, io sul balcone, tazza di caffè, sole, colori e i miei occhi puntati sul netturbino, sul suo cappello di paglia, la sua sigaretta in bocca e i cassoni nelle mani  che in questo marasma di colori, questa visione faceva sembrare ancor di più questo panorama un quadro di Renoir (Ehi! Si tu! Mettiti in canottiera che fa più pendant!!). Alla fine del caffè avevo accettato il fatto che Sampei venisse a ritirare l’organica sotto casa mia. La libertà è un diritto, non facciamo battaglie per motivi futili, il netturbino si veste da pescatore, il postino gira senza casco e io, mentre tutti lavorano, me ne sto in pigiama a bere caffè e a farmi gli affari dei passanti. Ma poi i cappelli di paglia a cosa servono? Non tengono caldo, non tengono fresco e per come lo portava lui non lo riparava nemmeno dal sole! Per far colpo? Potevi farlo su qualche ragazza stile liberty, ma non con la tuta arancione!  Non con il camioncino della Legambiente e non in questo periodo storico! In questo periodo dove Sampei non va più di moda, dove quello che doveva essere il nostro re fa la pubblicità alle sigarette elettroniche e ballava il sabato sera su Rai 1 e quello che era il nostro re, l’onorevole Silvio Berlusconi, si ritrova a fare i servizi sociali in una casa di riposo! Poi perché in un ospizio e non nel camioncino della Legambiente? Perché non con l’idropulitrice per le strade cittadine? Perché non con il cappello di paglia e la sigaretta in bocca? Non per far politica, in questo periodo non ci sta bisogno di questa e mi ritengo apolitico e apartitico, dico solo che sarebbe una gran figata affacciarsi alla finestra e urlare “Silvio!! Mi sono finiti i sacchetti dell’umido! Me ne lasci una decina?”. Cavolo! Pensate, arriva un tedesco in vacanza a Milano (poi chissà cosa ci trova nella città di Milano) e la prima immagine che vede è un camioncino della spazzatura che si ferma, l’ex premier che scende e con i guanti di lattice, la tuta arancione e il cappello di paglia, afferra il cassone dell’organico, lo svuota, si gira verso il turista, gli regala un sorriso, un occhiolino e se ne va, cosa dovrebbe pensare di lui, di noi e della nostra nazione? Era il cattivone del paese, ha lottato per se stesso e per lo stato italiano e magari ora potrebbe prendersela se butti la plastica della Kinder Fiesta nel cassone della carta (che poi devo capire perché ancora vi ostinate a gettarla lì. Dio santo, è plastica! Si vede!) e fare l’ennesima cazzata rubando il lavoro a un povero netturbino (hai i soldi e la fama, sta a casa, cos’è questo capriccio? Perché ora vuoi fare il netturbino?). Non è per questa vita, Berlusconi non toccherà mai le mie buste biodegradabili, non lo vedrò mai in un quadro di Renoir, mi resterà solo guardare il panorama solare, sorseggiare caffè, pensare che in quel momento Silvio starà avvitando una moka per dar da bere a qualche vecchietta e tutto questo mentre Sampei mi guarderà e mi urlerà “Ma che cazzo guardi?”. Dalla politica alle moka per le vecchie. Bella carriera, cowboy!

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