lunedì 7 aprile 2014

ADDIO FRANK

La mia prima crisi mistica la ebbi a 16 anni, quando lessi su facebook “ Io sorrido ma nessuno sa come sto veramente”, Frank stava morendo. Non lo conoscevo ma Cristo, non poteva cadere nel vuoto così, non lui, non Frank. Uscii di casa per digerire il disagio che stavo provando, salii nell’autobus che mi portò nel quartiere cosmopolita della città, scarpe di cuoio da cane bastonato e fiammiferi in mano. Che schifo le Winston rosse. Ciuffo in bella vista e gilet con sotto una maglietta con una Kefiah stampata, non io, no! Lui, Frank! Nelle sue foto appariva così, ubriaco in discoteca pieno di amici e di ragazze molto appariscenti, mentre io ero l’ultimo della catena alimentare che non scriveva sui social network, giravo con un taccuino in cui segnavo tutte le bestemmie che pensavo con sopra riportata la data dell’ennesima giornata dedicata alla blasfemia. Forse aveva perso alla Snai, perché la prendevo così a cuore? Sinceramente non lo so, forse perché era caldo e io non andavo al mare mentre lui (in altre foto, si intende, mai visto dal vivo) appariva come un Efebo nella sabbia, guardava il vuoto mentre tirava quei muscoli rugosi da pollo rinsecchito che uscivano con fatica da quel corpo magro e evidentemente, da quanto ho letto, forse nascondeva le lacrime sotto ai suoi occhiali viola a goccia. Passava il tempo, insieme all’ennesima signora in carne con la borsa sulla spalla che bilanciava il suo peso muovendo il braccio a parabola, ero alla terza Winston, proporzionale al mio conato di vomito e giramento di testa, avevo le vertigini… Un attimo dopo, io appollaiato davanti al negozio di film, sudore freddo che stagnava nella fronte, fissavo la luna che si muoveva “No Frank, proprio tu, lo stronzo modaiolo del cazzo, non puoi scrivere queste cose! Cosa ci guadagnerai dopo? Come ti tratteranno i tuoi amici? Ti consoleranno abbastanza?” pensavo. In quel periodo mi piaceva puzzare, non esisteva il deodorante 48h e lo usavo saltuariamente, al contrario di Frank che aveva tutto,  un buon profumo, l’afro nell’mp3 e una moto da corsa con attorno 7 vergini, erano andate da lui ancor prima della sua morte. Forse stava morendo, forse era giunta la sua ora, si sarebbe suicidato, me lo sentivo, santo cielo, stavo morendo io. Il buio. Winston finita. Svenuto. Mi risvegliai dietro un angolo, senza scarpe di pelle, portafoglio e pacchetto di sigarette, ero ancora di più un San Francesco senza quel block notes intriso di insulti al creatore e con i calzini ripieni di piscio, avevo perso tutto, ma volevo ancora bene a Frank e al suo crestino e alle sue Air Max, almeno lui aveva due suole. Più nulla da fumare, da solo in vie sperdue. Bestemmie non più in tasca, solo nella testa, mi pervadeva un odio, non so con chi, ma se questo era il sacrificio per il povero Frank, allora ero felice di essermi sacrificato. Come Cristo morì per noi, io ero morto per far rindossare le canottiere rosa a quel figliol prodigo e mi pentii di ascoltare heavy metal e punk hardcore continuamente. Corri Frank, corri e non ti fermare, mannaggia a te e al tuo cazzo di diploma di terza media

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